BERLUSCONI E FINI, UNO STESSO DESTINO: ABBANDONATI DAI LORO COMPAGNI DI VIAGGIO. E' UN BENE O UN MALE ?


STESSA SORTE PER I DUE PERSONAGGI POLITICI CHE NEL CORSO DEGLI ULTIMI 10 ANNI HANNO PERSO PROGRESSIVAMENTE I LORO AMICI DI UN TEMPO FONDATORI DI FORZA ITALIA E ALLEANZA NAZIONALE

Se si chiede alla nostra memoria di fare un balzo all'indietro, per ricordare coloro che da 10 anni or sono affiancavano il Presidente Berlusconi ed il Presidente Fini, ci si accorgerà agevolmente che il contorno politico dei due personaggi è radicalmente cambiato. 
Molti dei personaggi politici, di secondo livello che nel caso di Fini e di AN rispondevano al nomignolo, un pò dispregiativo, di "colonnelli" e nel caso del Cavaliere a quello dei "Berluscones", oggi non ci sono più e in molti casi, addirittura, si fa fatica a scovarli, nell'immenso parco macchine dell'usato, della politica italiana. Giacciono li, mestamente, ognuno dietro ad un "cartello identificativo" che in qualche modo tenta di identificarli e di connotarne, in una qualche misura, il ricordo, nell'immaginario collettivo. 
Il Sindaco PD, Matteo Renzi, di Firenze, li definirebbe impietosamente "rottami" o "esiti di rottamazione politica". In un certo senso è vero. Ognuno, a modo suo, ha trovato il modo di auto rottamarsi e di auto collocarsi ai margini della piuttosto deplorevole, vicenda politica italiana.  
Prendiamo ad esempio i colonnelli di Fini, mai divenuti generali, ma animati da una smisurata ansia, desiderio ed ambizione di far carriera nelle gerarchie della politica italiana. Ricordiamo qualche nome, della cerchia più' stretta dei "collaboratori" finiani: Storace (oggi leader de La Destra), Alemanno (PDL), Gasparri e La Russa (PDL Berlusconizzati), Urso (connotazione impossibile, ma uscito di recente dal FLI e quindi lontano da Fini), Mussolini (non la invitano più ai talk show televisivi dove per anni era iperpresenzialista). 
Chi è rimasto vicino a Fini, tra coloro che ne rappresentavano i più strenui sostenitori di un tempo ? Nessuno tra quelli citati sopra e oltre a loro, molti altri, seconde e terze linee di un tempo, non sono più accanto a colui che per quasi trent'anni ha rappresentato il leader indiscusso della destra italiana. Riconoscenza zero, da parte di tutti quelli che grazie a Fini, oggi, hanno dato una svolta significativa alla loro esistenza. Fini stesso, tuttavia, durante la crescita smisurata ed i vari successi elettorali registrati da AN, nel periodo 1995 - 2008, definì quel partito come un "carrierificio", riferendosi, ovviamente a tutti coloro (i colonnelli in primis) che con AN avevano trovato fortuna ed una carriera insperata.
Ma passiamo a Berlusconi. 
Chi non ricorda quel gruppetto di fedelissimi al Cavaliere che, sin dal lontano 1994, lo attorniava in ogni dove e soprattutto davanti alle telecamere ?  Un pò di nomi ? Bene, chi non ricorda i vari Urbani, Tremonti, Scajola, Previti, Dell'Utri, Pisanu, Adornato, Pera, Scognamiglio, Letta, Bondi, Tajani e Bonaiuti ? Quanti di questi non ci sono più ? Presto detto: Urbani, Previti, Pera, Scognamiglio. Quanti sono contrari o contrariati dal cavaliere ? Scajola, Pisanu, Bondi, Tremonti. Quanti hanno cambiato partito ? Adornato, Guzzanti. Chi resta ? Letta, Tajani, Bonaiuti. 
C'e' chi dice, tuttavia che nei corridoi del Parlamento, a telecamere spente e nel chiacchiericcio generale, anche coloro che rimangono vicini a Berlusconi, sperano che quest'ultimo, al più presto, stacchi la spina e si faccia da parte.
Conclusione: quasi il novanta per cento dei collaboratori più stretti di Fini e Berlusconi, dopo anni di vicinanza e di onorata carriera, oggi hanno mollato i due Leader. Eppure Berlusconi e Fini, hanno consentito la crescita a dismisura, di personaggi che altrimenti sarebbero restati "piccoli piccoli", addirittura invisibili o indiscernibili. Ma la riconoscenza, si sa, non è di questo mondo. Tu puoi dare fino al 99%, a qualcuno, ma se gli neghi l'ultimo 1% è come se non avessi dato niente.
Ma il punto, a mio modo di vedere, è un altro. E' stata realmente una perdita per Fini e Berlusconi?
Non credo affatto. La perdita semmai è stata quella di non aver fatto scomparire i carrieristi, molto tempo prima della loro effettiva scomparsa.  
Il cimitero delle "auto rottamate", è la loro giusta e definitiva sistemazione.
Massimo Scorretti

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