FUTURO E LIBERTA' (FLI): OSCILLAZIONI TRA ATTIVISMO & ACINESIA.TROPPE SOMIGLIANZE CON LE COSE CHE NON ANDAVANO IN AN
FINI A GENOVA S'INCAZZA CON I MILITANTI
E LI TRATTA MALE
TROPPE LE SOMIGLIANZE DELL'ORGANIZZAZIONE FLI CON LE COSE CHE NON ANDAVANO IN ALLEANZA NAZIONALE
I militanti ci sono rimasti molto male e si segnalano defezioni qua e la, testimoniate da annunci individuali e di gruppo sui social forum.
Quindi, niente di nuovo in sostanza. Il FLI d'altro canto ha impostato il suo baricentro, sin dall'inizio dell'avventura politica, sulla novità e sul cambio sostanziale delle relazioni tra forma partito e sostenitori-militanti. Un operazione che sin dall'inizio ha garantito un forte appeal innovativo che è risultato molto seduttivo per i giovani. Un appeal che tuttavia, con il tempo, è andato scemando via via.
Cio' perchè dopo le dichiarazioni iniziali, il FLI, piano piano si è andato riposizionando, nelle sue espressività funzionali ed organizzative, sul solco dell'immarcescibile modulo che caratterizza tutti i partiti italiani. E tutti sanno che quando si applica il modulo di tessere, circoli (di varia tipologia), coordinatori a tutti i livelli intermedi ecc. ecc. iniziano le lotte interne e le pluri-frammentazioni correntizie. Nel FLI è accaduta e sta accadendo la stessa cosa. Quante somiglianze con le cose che non andavano in Alleanza Nazionale. Troppe.
Cio' che rende il FLI un soggetto politico anomalo e curioso da indagare, sta nelle sue molteplici contraddizioni espressive. Difficile trovare un esempio parallelo nel cangiante e multi dimensionale mercatino della politica italiana. Futuro e Liberta' spicca per le sue apparenti contraddizioni. Contraddizioni non nel senso della terminologia politica e cioe' dei concetti e delle idealita', su cui fonda i suoi principi ispiratori, bensi sull'espressione del suo potenziale, del suo carattere innovativo e della sua attrattivita' che non trovano riscontri adeguati. Per lo meno, sin'ora. Cio' che incoraggia la gente ad approdare nel FLI e a restarci e' il fatto che in questo ambiente, nonostante alcuni personaggi discutibili (ma chi non lo e'), alcuni atteggiamenti legati ad insopprimibili ed obsolescenti moduli espressivi, legati ai vecchi partiti, si respira realmente un'aria di novita' e di futuro. O per lo meno si ha la speranza che le cose vadano cosi. Il FLI appare come un fenomeno complesso, un progetto di partito del futuro, un percorso, articolato e non immediato, percepito come una strada in salita perche' rappresenta un reale cambiamento, nato dalla spinta originale di una societa' proiettata in un permanente divenire. Da qui nascono alcune sue evidenti contraddizioni e difficolta' di strutturazione. Tra le pieghe del FLI e' tangibilmente presente una forte componente dinamica, espressa soprattutto da gruppi di giovani che, tuttavia, non riesce ad orientarsi, ad andare in una determinata e specifica direzione. E' come una girandola che consuma energia muovendosi in tondo, seguendo un moto circolare, senza generare, senza produrre risultati strutturati, sotto il profilo della politica concreta e men che meno sotto il profilo della cultura politica in generale. Molti ragazzi, molte persone motivate all'impegno politico, come pure molti aggregati di tipo metapolitico che non riescono a capire dove debbono andare e come orientare e generare il loro contributo creativo. Capire esattamente la direzione, la polarita' della loro azione. Ed allora succede quello che mi capita di osservare, ormai da molto tempo all'interno del FLI e cioe' ti ritrovi ad assistere a discussioni, dibattiti, confronti estemporanei attorno ad un tavolo, alla nascita di newsletter su internet, profili su Facebook, orientati a raggruppare il consenso, gruppi di discussione e ragionamento, su blog ed altri social forum, distribuzione di volantini e fogli di informazione in cui si auspica, si sollecita, si invita, si ragiona, si critica, si chatta, ci si danna l'anima per confrontarsi, per poi scoprire che alla base delle discussioni, dei ragionamenti e del confronto, mancano i punti cardinali che stabiliscono i confini, rappresentano le matrici, le linee di base indispensabili a delimitare la superficie ed i volumi all'interno dei quali posizionare i contenuti del nostro argomentare politico. Cio' rappresenta l'epifenomeno di una fatto ormai piu' che evidente e cioe' il superamento (lungi dall'essere completato) della demarcazione destra-sinistra (non sul piano storico ed ideale ma su quello di trovare soluzioni adeguate ai problemi). Non esiste l'adeguato controaltare organizzativo, sul quale poggiare la grande spinta motivazionale e la grande necessita' di attivismo che anima coloro che aderiscono e partecipano alle dinamiche del FLI. Cio' porta tali dinamiche ad esitare in una sorta di ACINESIA complessiva del sistema, o, se si preferisce, in una cinetica non orientata ed improduttiva, in quanto gli auspici, le idee, i ragionamenti, i propositi, non riescono a tradursi in azione politica compiuta, dal quale estrapolare frutti concreti. A mio modo di vedere, si sta concretizzando un disallineamento tra vecchi moduli espressivi della politica e nuove forme espressive della medesima, legate alle nuove generazioni che esprimono voglia e necessita' di attivismo, ma che si trovano a dover utilizzare i vecchi apparati espressivi della politica. Vanno costruiti e messi in campo, al piu' presto, nuovi modelli organizzativi dei partiti o dei movimenti, nuove forme di comunicazione, di stile, di espressione, di progetto, di costruzione ideale e di pianificazione che siano allineati alle necessita' di una societa' che dimostra sempre piu' di volersi interessare e di partecipare alla politica e alla vita pubblica, abdicando i vecchi stilemi, gli slogan, le parole d'ordine della politica tradizionale, percepita ogni giorno di piu' come sgradevole ed insopportabile. Una rifondazione della politica, sfruttando l'onda lunga di quest'entusiasmo e voglia di partecipazione delle giovani generazioni. Questa e' la vera forza e la vera variabile, da sfruttare, al meglio, per tentare di cambiare uno scenario degradato e percepito come definitivamente tramontato.
Massimo Scorretti
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