SAPERE DI NON SAPERE
C'è una grande necessità di fermare la pazza corsa di questo pianeta. Rallentarne la rotazione fino a fermarlo e poi fermare tutta la convulsa attività dei 5-6 miliardi di puntini neri che si agitano, cercando di dare un senso compiuto alla propria esistenza. Si vive d'impulso, freneticamente, sempre più chiusi all'interno di un involucro attraverso il quale si interagisce e ci si scontra con chi ci sta intorno. Prevale ogni giorno di più l’esistenza isolata degli individui che pur isolandosi anelano di essere in contatto con tutto e con tutti con i moderni strumenti di comunicazione, la rete telematica in testa a tutti. Questa dilatazione planetaria dell’individuo che si espande tridimensionalmente attraverso le onde elettromagnetiche, raggiungendo gli ambiti più remoti, sta facendo espandere la necessità di farsi “sentire” da tutti. Cresce la voglia di diventare attore e protagonista, attraverso questi mezzi, diminuendo sempre più la sua capacità e volontà di delega. Vuole partecipare, vuole essere in prima fila a guardare ciò che accede e, caso mai, anche a “mettere le mani”. I milioni di puntini neri che si agitano sulla superficie planetaria, sino ad oggi, come elementi sconosciuti, indistinguibili e senza un connotato pubblico riconoscibile, varano e propongono l’avvento della nuova società autoreferenziale, in cui ognuno deciderà cosa fare e come farlo. Per adesso ciò gia accade nelle autostrade della rete, poi si vedrà. C’è una crisi verticale di umiltà. Sempre meno la gente mostra di ispirarsi all’aforisma Socratico del “sapere di non sapere è il primo gradino sul versante della conoscenza”.
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