QUALE L'EREDITA' POLITICA LASCIATA DAL MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO E CHI IL CUSTODE AUTENTICO
Della destra proveniente dal MSI restano, ormai, solo vestigia, sparse qua e la, nel desolato panorama della politica italiana. Molto si e' detto e altrettanto si e' scritto, su quest'avventura della destra missina, iniziata all'indomani della debacle' cui andò' incontro la classe politica italiana con Tangentopoli. Il MSI, scomparve quasi subito lasciando in eredita' ad AN una classe politica incontaminata e fortemente promettente. Che ne è stato di quella classe politica in erba ? E' un interrogativo grave ed importante a cui e' doloroso e difficile dare una risposta. Si potrebbe rispondere con un'altra domanda. Vorrei proprio sapere, "chi - oggi - puo' definirsi, a ragione, depositario dell'eredita' missina ?
Quella classe politica lasciataci, dal mai sufficientemente compianto Giorgio Almirante, si e' rivelata totalmente inadeguata, a voler essere generosi nelle definizioni. Una classe politica fatta, in origine, di impegno militante, di idealismo e di buoni sentimenti. Una classe politica che veniva dal popolo, senza concessioni od aperture a contaminazioni lobbistiche od elitarie.
Una classe politica emancipata brutalmente dall'avvento di Berlusconi. Una classe politica che nel volgere di poche stagioni ha perduto l'ingenuità' militante, la passione, le idee, un certo tratto naif che la contraddistingueva, la sincerità' e l'umiltà' cameratesche che erano la propria forza. Tutto questo patrimonio ideale e militante e' stato scambiato, poco a poco, ora per un avanzamento nella gerarchia del partito, ora per una poltroncina, ora per un incarico di maggiore vivibilità ed infine per scranni sempre più' prestigiosi.
Questa emancipazione, brutale ed improvvisa, di quella che era una conventicola di amici, con passioni condivise ed un idem sentire, li ha trasformati in poco meno di cinque anni, in un'accolita di segugi rabbiosi, l'un contro l'altro armati, convinti, ognuno, di essere più' forte e potente dell'altro e perdendo completamente le loro caratteristiche originali ed il contatto con la realtà' reale di un mondo che sempre più' rapidamente mutava le proprie sembianze.
Una classe politica rimasta soggiogata ed affascinata dallo svavillìo dei salotti buoni, dagli stucchi e dagli affreschi dei palazzi romani, sia quelli della politica, ma ancor di più' di quelli della borghesia imbellettata ed intellettualoide. Hanno ceduto il proprio carico ideale e le proprie labili convinzioni, per pagare il biglietto di accesso ai rituali esclusivi del politically correct che rappresentava il linguaggio originale con cui doversi obbligatoriamente esprimere, nel mondo che conta.
Un processo di omologazione, rapidissimo, a quei rituali che dai bassifondi del MSI avevano sempre criticato. Il richiamo del potere, a cui non hanno minimamente saputo resistere o non hanno saputo armonizzare con le proprie pulsioni ideali, li ha resi ciechi e sordi al mutare della politica, incapaci ad adeguarsi ed attualizzarsi, se non ai consueti riti e richiami del potere.
Parlare oggi di Storace, Alemanno, Gasparri, La Russa, e dei loro meno conosciuti epigoni, come gente che ha lasciato un segno di qualita' della destra italiana e' un'esimia cazzata. Molti di loro resteranno impressi o per le loro ridicole performance pubbliche o per la loro deprecabili e sciagurate avventure di governo.
Fini, tra mille contraddizioni, esibendo un atteggiamento spesso non condivisibile, ondivago, senza una direzione definita e pre ordinata e' l'unico tuttavia che ha seguito una strada di innovazione. Un personaggio sicuramente una spanna sopra agli altri e spesso condizionato in negativo dal dover mantenere gli equilibri all'interno di una compagnia che lui stesso ha definito, non di politici, ma di "carrieristi".
Io non so' dove mai Fini approderà' con le sue peregrinazioni e se mai io lo voterò', laddove dovesse fondare definitivamente un suo partito, cionondimeno questo leader non si e' fermato a fare il custode del tempio, a mantenere fermo il tempo, tra chiacchiere e poltrone, mentre la nostra societa' compiva e compie piroette e si trasforma, di minuto in minuto. Sicuramente Fini ha provato a tracciare un percorso. Una traccia certamente confusa, caratterizzata da alti e bassi, contraddittoria per molti versi, ma, sicuramente, improntata all'innovazione ed alla modernizzazione della destra italiana. Definirlo con tutta la vasta tipologia di epiteti che si può' trovare, sparsa qua e la, e' un atto di grande superficialità'. Fini e' ambizioso ? Certamente si ! Fini punta ad essere uno dei prossimi candidati a Presidente del Consiglio ? Credo di si. Al di la della destra ? Se farà' questo avrà' di certo armonizzato le necessita' di questo nostro tempo con gli antichi valori che la gente autenticamente di destra si porta dentro, ben compresa nel proprio DNA.
Prezzolini, nel Manifesto dei Conservatori, diceva : "l'uomo e' destinato ad operare in mezzo al divenire, a sapere che quello che ha visto oggi non sara' piu' identico domani; e che lui stesso non sara' piu' lo stesso".
Massimo Scorretti
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