VUOTI A PERDERE - Nessuna nostalgia per un contenitore senza importanza

LA BREVE VITA DI ALLEANZA NAZIONALE
Ciò che nacque nel 1995 e che è sopravvissuto per 13 anni, allungandosi sino agli albori del terzo millennio, non ha avuto la vitalità sufficiente per raggiungere la maggiore età. Si sta spegnendo prematuramente, in fase adolescenziale, quando i sogni affollano l’anticamera della nostra esistenza ed ancora non siamo riusciti a dargli corpo e consistenza. Sta morendo, lentamente, come un ammalato a cui la natura non è riuscita nell’intento di dargli un corpo forte e resistente. Nel mondo eracliteo in divenire non c’è tempo (e non c’è spazio) per le riflessioni approfondite.
Men che meno c’è spazio per la simbologia, per la conservazione del passato e dei valori. La modernità esige che tutti vi si adeguino, che tutti sappiano parlare il suo linguaggio. Chi non lo impara in fretta rimane in mezzo al guado e nessuno viene a trarlo d’impaccio. Alleanza Nazionale è nata senza il carattere e la resistenza per sopravvivere alle temperie del terzo millennio. Vittima della velocità con il quale il tempo trasforma l’esistente. Vittima di quella devastante accelerazione con il quale la società si auto trasforma, sfuggendo all’antico modulo attraverso il quale la politica disegnava e tentava di realizzare i migliori modelli di società che auspicavano.
Vittima di quel morbo-condizione che governa ed affligge la nostra società in cui si repertano un guazzabuglio di elementi contrastanti tra cui superficialità, relativismo, pensiero debole, omegeneizzazione, omologazione, deresponsabilizzazione.
AN, “residuo anacronistico” del secolo scorso, non aveva gli anticorpi per sopravvivere nel 3° millennio. Ma diciamola pure con franchezza, i suoi creatori i suoi ingegneri, i suoi architetti quando la “fecero” forse intesero farne un soggetto debole, con una ben definita data di scadenza e con una più o meno definita data di morte e scomparsa. Un vuoto a perdere, come ne esistono tanti, surrogabile con altri contenitori-vuoto a perdere. A voler essere sinceri fino in fondo, AN da tempo, ormai, non lasciava speranza. Era chiaro da almeno 3-4 anni che aveva assunto il carattere di un soggetto politico esaurito, anemico, giunto alla fase terminale del proprio percorso. Non ci possiamo ne stupire ne lamentare, ne incolpare altri se questo soggetto – comunque sia andata - non sia riuscito a sopravvivere oltre, ma soprattutto non sia riuscito a conquistarsi e ad espandersi in quegli spazi che gli avrebbero consentito di crescere secondo quelli che erano gli auspici di coloro che gli dettero vita. AN non è mai riuscita a ripagare fino in fondo le speranze di coloro che ne sancirono la nascita. Dopo l’ottimo avvio e lo storico risultato del 1996 (15.8% ma tutti si aspettavano molto di più), da allora in poi AN ha perso - continuamente - consenso fino ad attestarsi con continuità intorno all’11%, perdendo circa il 25% rispetto ai propri consensi originali. In poche parole la fine di AN era scritta nel suo DNA. Mentre AN scompare e si sublima - in maniera evanescente - nel nuovo soggetto politico, cosa resta di essa ? Cosa lasciano ai posteri 13 anni di AN ?
Quali sono gli obiettivi raggiunti, le cose fatte, i grandi progetti realizzati, le visioni del mondo e della società, trasformate in atti concreti ?
Cosa di tutto questo ci lascia AN ? Resta realmente qualcosa di significativo per ricordare ai posteri quanto fatto da AN, dai suoi uomini, dalla sua classe politica, in questi 14 anni ?

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