CI VORREBBE UN NUOVO MONTESQUIEU PER ARMONIZZARE IL POTERE MEDIATICO AI TRE POTERI SU CUI SI FONDANO LE ISTITUZIONI DI UNO STATO

Se Montesquieu fosse un nostro contemporaneo e dovesse riscrivere il suo "Lo Spirito delle leggi", con molta probabilità si troverebbe di fronte alla reale necessità di rivedere il suo pensiero originale e di riformularlo, con qualche sottile variazione, in rigoroso ossequio al dato schiacciante, emergente da ciò che avviene - sul fronte della politica - in questi nostri tempi. Osserverebbe, di certo che ai tre poteri classici, asetticamente separati, su cui si fondano, per lo più', le moderne democrazie occidentali, andrebbe aggiunto un quarto potere (preconizzato dalla cinematografia di fine novecento) e cioè il POTERE MEDIATICO. Giornali scritti e televisivi ed il potere della rete informatica, hanno aggiunto, nel corso degli ultimi trent'anni, ai tre poteri tradizionali, la forza spaventosa di un nuovo potere, difficilmente inscrivibile nel contesto istituzionale, ma certamente dotato di una capacità di condizionamento e convincimento assolutamente straordinari. Il Potere Mediatico condiziona in modo pressoché costante il pensiero ed i convincimenti della grande maggioranza delle persone comuni. Un condizionamento opprimente, permeante, a volte chiaro ed evidente, molto spesso subliminale, orientato a convincere, ad instradare, ad indicare la collocazione del proprio punto di vista, delle proprie scelte, secondo scenari, progetti e finalità, provenienti da altre menti, perseguenti determinati propositi, non sempre chiari a chi poi le scelte le compie, in buona fede. Il Potere Mediatico non è una cosa astratta ed è ben noto nel campo della pubblicità che utilizza le conoscenze dei più raffinati sociologi per perseguire i propri intendimenti, cioè quelli di orientare, in specifiche e ben determinate direzioni, le scelte di una massa di persone, a cui è delegato l'importante compito di identificare una rappresentanza, a tutela degli interessi generali di una comunità. Oggi il Potere Mediatico non viene considerato un elemento da sottoporre ad una disciplina che ne razionalizzi l'utilizzo, in maniera che ne depotenzi gli abusi o il controllo indiscriminato da parte di pochi. Il Potere Mediatico è disciplinato in parte e solo in apparenza, risultando, la gran parte di esso, distribuito in maniera assolutamente preferenziale. E' per questo che si assiste agli spettacoli indecorosi a cui assistiamo ormai da anni, leggendo i giornali o accendendo la televisione. La carta stampata ci propone quello che ritiene più' utile ai propri fini. Da un lato della barricata politica e dall'altro. Idem per la comunicazione televisiva, ormai radicalizzata su "informazione urlata e di parte". Sfugge, ancora non so per quanto ed in parte, la comunicazione che avviene tramite la rete telematica che allarga drammaticamente alla "partecipazione di tutti" il confronto, il dibattito e l'esposizione sui temi più sentiti dalla comunità tutta o società che dir si voglia. Montesquieu, pertanto, se fosse un nostro contemporaneo, ravvederebbe, immediatamente, la necessità di armonizzare questo ulteriore potere, nell'ambito degli altri tre, contestualizzandolo in una ragnatela di pesi e contrappesi, al fine di rendere più' bilanciata la risultante emergente dal confronto dei quattro poteri. C'è un Montesquieu, in giro dalle nostre parti, in grado di fare questo ?


MASSIMO SCORRETTI

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