ITALIA & POLITICA : PIZZA, AMORE & MANDOLINO……ma è proprio vero?I
La política italiana di questi tempi ci riporta al Paese di
PIZZA, AMORE & MANDOLINO
Siamo tanti piccoli De Sica che ballano con Sofia Loren
"Mambo Italiano"
A nessuno di noi fa molto piacere, quando l'Italia viene, per così dire, connotata come terra della fatidica triade "pizza, amore e mandolino" che ampliando i concetti, sarebbe la terra del mangiare bene, dell'amore, del sentimento e della bella musica. Chi potrebbe dire di no ? E' vero e potremmo accettare senza disagio, l'accostamento a questo connotato edonistico-culinario, con cui il mondo ci dipinge. Ma a noi italiani non basta. Non siamo, certamente, solo quello espresso nella retorica triade. Non ci piace essere identificati solo con quel tipo di discipline, bensì vorremmo anche l'accostamento con altre più attuali e meno metafisiche tematiche. Vorremmo che ci si dipinga come il paese della cultura, della storia millenaristica, del centro mondiale dell'arte e della moda. Chi potrebbe negare una simile evidenza ? Vorremmo che si ponesse l'accento sul fatto che l'Italia è il paese il paese in cui l'economia e' al sesto o settimo posto nel mondo. Il paese che anche in molte discipline scientifiche ha dato un grande contributo alla crescita ed allo sviluppo dell'umanità (abbiamo inventato la radio ed il telefono ed aggiungerei gioielli inimitabili come la Ferrari). Vorremmo, in poche parole che l'Italia venisse considerata un Paese che esprima l'eccellenza nel mondo. Ma chiunque vada un po' in giro per il mondo, non può' non aver ascoltato americani, inglesi, francesi, tedeschi, giapponesi, cinesi, dire la fatidica frase: "Italia…pizza, ammore, mangiare…" e qualcuno più' sfrontato ed impudente aggiungere anche l'appendice "mafia". Questo e' quello che in giro per il mondo, generalmente, si pensa dell'Italia. Qualcuno poi, a seconda delle passioni individuali e delle conoscenze e della propria cultura, aggiunge il nome di qualche calciatore o di qualche squadra di calcio italiana, qualcun altro ti ricorda la Ferrari e le sue imprese, oppure artisti, scrittori, musicisti ecc.
Ma come ignorare che questa retorica triade (pizza, amore e mandolino), mantiene, prepotentemente, ancora oggi, la sua forza ispiratrice, nella mente di tanti italiani, tanto da essere stata adottata, a musa ispiratrice, anche dal nostro premier attuale. Nelle feste fatte ad Arcore, di cui ormai tutti sanno, teneva scena proprio la fatidica triade "Pizza (magari con caviale), Amore (qui non commento) e Mandolino (il napoletano Apicella con la chitarra), con il Cavaliere in veste di cantante. C'e' poco da fare questa triade, per certi versi negletta, ce l'abbiamo iscritta nel DNA. Non possiamo rinunciarci. Ne siamo ammalati, se ci sediamo per degustare una pizza, ci piacerebbe al contempo sentire una bella schitarrata, mentre Cupido lancia dardi d'amore a destra e a manca. Il Cavaliere non e' immune da questa patologia nazionale.
Non ci dobbiamo irritare se poi ci descrivono ancora come quell'Italia, egregiamente dipinta dal compunto maresciallone interpretato da De Sica in "Pane Amore e fantasia" che si agitava maldestramente nel ballare, con Sofia Loren, "Mambo Italiano". Il maresciallone in carne, opulento, che rappresenta l'istituzione che balla, in maniera maldestra e patetica, con la divisa (mentre e' in servizio) che sovrappone pubblico e privato ed esprime i vizi tipici dell'italiano in cui "gli affari propri" prevalgono su tutto (soprattutto sui doveri pubblici e sulle regole istituzionali).
Quell'italietta pecoreccia dell'immediato dopoguerra, fatta di osterie, di strade mezze dissestate, di zone sfracellate dall'edilizia abusiva, senza illuminazione, senza luce e spesso anche senz'acqua, con la mondezza gettata ovunque, dove capitava.
Non siamo mentalmente distanti da quell'Italietta approssimativa del dopoguerra, fantasticamente affrescata dai film di De Sica. Abbiamo le strade meglio asfaltate, qualche ausilio tecnologico in più', automobili più' spaziose e veloci e le case meglio arredate, ma la capoccia degli Italiani non e' cambiata gran che e quella dei politici attuali, men che meno.
Proviamo a ricordare il nome di qualche politico, con veste di statista, tale da poter reggere alla prova del tempo e della storia. Difficile ricordare il nome di un politico di livello o di uno statista eccellente, senza dover tornare con la memoria al tempo di Cavour, se vogliamo ignorare quanto di buono (ed e' tanto) fatto da un certo Benito Mussolini.
Da noi non c'è stato un De Gaulle, un Kennedy, un Willy Brandt, un Curchill. Se ricordiamo Aldo Moro e' perché e' stato vittima di un momento storico tragico. Molti, nel mondo ricorderanno Baggio, Totti, Paulo Rossi, ma dubito che ricorderanno il nome di qualche politico italiano.
Da noi c'e' da sempre l'eterna rincorsa a ripianare qualcosa, ad aggiustare qualcosa di preesistente. C'e' sempre una crisi dietro l'angolo o che sta per intervenire. Siamo il paese dell'eterno provvisorio che non si trasforma mai in definitivo. Sempre con il politico di turno che ti propina una nuova tassa per risanare un disastro pregresso. Si risente parlare di patrimoniale proprio in questi giorni. Se qualche mente illuminata fa fare un passo in avanti a questa disastrata diligenza italiana, ve ne è subito un altro che ci fa fare 4 passi indietro.
Non ci lamentiamo se ci dipingono come il paese di: PIZZA, AMORE & MANDOLINO e Mafia.
Siamo come il maresciallone De Sica, in "Pane, Amore e…" goffi, patetici e sistematicamente orientati a farci gli affari propri a scapito di regole, leggi ed istituzioni.
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