GLI ANTI ITALIANI DELLA LEGA : BOMBA O NON BOMBA ARRIVEREMO A "ROMA LADRONA"

Quando li vedi li, nei salotti delle Televisioni di Stato, o in quelli delle televisioni cugine, da minor audience, con i loro vestitini grigi, blu, con quelle righIne che ricordano i rigati degli anni '30, indossati da Dillinger e dai suoi compari di Chicago, ti rendi conto immediatamente di che pasta e' fatta questa gente. Li vedi con quelle faccette rosse da pre-montanari da "polenta e osei, animati e compiaciuti da quella soddisfazione tutta contadina, di chi sornionamente ti fa capire "io c'e l'ho fatta". Il senatore Peppone, di Guareschi,  sembra come il fanciullino di Pascoli, paragonato alla grassa tracotanza dei leghisti. Ma non gli si puo' dare torto, dal loro punto di vista, e' vero, c'e l'hanno, finalmente, fatta ad arrivare a Roma. Quella Roma che magari manco avevano mai visto, o, al piu', avevano assaporato, di sfuggita, in una qualche gita scolastica, fatta sotto il periodo pasquale, di 20 o 30 anni fa. Ora Roma e' li, bella da vedere, incredibilmente piacevole da girare a piedi, proprio in quelle viuzze, intorno al Parlamento, densamente affollate di quei graziosi ristorantini, in cui occorrono centinaia dii euro per sederti, o di quei negozietti in cui acquistare qualche regalino di pregio, con i lauti stipendi da parlamentari. Ed ancora, cosa c'e' di meglio di una passeggiata intorno al senato, contornato da portaborse, magari distendendosi verso Piazza Navona ? E si, e' bella Roma Ladrona. E' bella, ma non lo dicono. Non lo possono dire, in quanto sono arrivati a Roma proprio perche' di Roma hanno detto peste e corna. Volevano il separatismo e la secessione, mentre raccoglievano le uova dai pollai padani, mentre con il forcone distribuivano il fieno nelle mangiatoie delle vacche (nutrite con i soldi delle quote europee) padane. Volevano distruggere l'odiata capitale della nazione Italia, rea di risplendere, a ragione, di una luce millenaria che fa impallidire e scomparire al confronto i borghetti agricoli padani. Morte a Roma, inveiscono dalle umide risaie i rustici contadini, a cui un sapiente lavaggio del cervello gli ha paventato che la padania separata da Roma, farebbe aumentare i dane' o gli sghei dentro le saccocce dei bizzochi locali. Ma per combattere Roma bisogna, prima, arrivarci a Roma. Ed allora "bomba o non bomba, arriveremo a Roma" ed eccoli che indossato il rigatino della festa, sono calati come facevano una volta i "cafoni" a popolare le vie della capitale. Incapaci a parlare un italiano corretto, incapaci ad essere consequenziali con le logiche dell'urbano comportamento. Arroganti nell'insudiciare il profilo millenaristico della citta' eterna, ispirati dalla logica manovalistica del "ghe pensi mi", sono riusciti nell'intento di rivoltare la massima che dice "parlano bene ma razzolano male". I leghisti "parlano male (di Roma), ma razzolano bene (in essa). Quando sono a Roma gli frega poco del Po, del Moncenisio, dei rituali celtici, di Bossi, di telepadania, della Padania stessa, ecc.ecc. A Roma stanno meglio loro del Papa. E quando avrebbero mai pensato di sedere, compuntamente, al salotto di Porta a Porta? Pero' per fare questo bisognava dire Roma Ladrona. Ma Roma la amano e tra gli innumerevoli "ladroni" adesso ci sono anche loro.

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