LIBIA E POLITICA ESTERA ITALIANA: BUNGA BUNGA DIPLOMAT WAY (mentre la Francia fa sul serio)

L'Italia ha interessi preminenti nel teatro geopolitico del mediterraneo. Se non c'e li abbiamo li, dove dovremmo averli ? Per lo meno ai confini del nostro orticello dovremmo tenerci, dovremo porre una qualche attenzione, per fare in modo che se l'ortolano dirimpettaio decide di farci seccare i cavolfiori sapremmo come salvare il raccolto. In Europa ognuno si fa i cazzi propri. Premesso che l'euro ha salvato molte economie nazionali e che ancora (finche' dura) conviene un po' a tutti mantenere la moneta unica, per il resto non frega un cazzo a nessuno di fare una politica comunitaria reale, confortata ed assistita da decisioni comuni orientate a costruire, in prospettiva, un'entita sovranazionale con i relativi attributi. Quello che interessa ad ogni nazione membro - soprattutto a quelle che contano - si concentra nel fatto di mantenere lo status quo nazionale in termini di estrema visibilita' internazionale. La Francia questo lo sa fare molto bene. Ricordiamoci Chirac quando si mise di traverso a Bush per la questione dell'Irak e poi la posizione di Sarkozy sull'Iran. La Francia i suoi interessi, non solo sullo scenario politico mediterraneo ( e cio' e' comprensibile), ma anche in altri scenari, se li sa guardare come si deve e cioe' senza dover rendere conto a nessuno, se non ai propri cittadini. L'Italia se in qualche occasione, nel recente passato, si era riuscita a distinguere, mi riferisco ad esempio all'intervento in Libano, come pure la mediazione Bush-Putin, l'Afghanistan e se vogliamo anche la determinazione nell'appoggiare gli americani nel conflitto di Bush junior contro l'Irak, ebbene negli ultimi tempi siamo scaduti clamorosamente, proprio nel momento in cui dovevamo far vedere che sappiamo ricoprire con dignita' e competenza l'appellativo di 6 o 7 potenza mondiale. E qui abbiamo inanellato una serie di castronerie a dir poco, sciagurate. Non si puo' negare che le castronerie compiute sono tipiche di quell'aspetto di Berlusconi che tanto narcisisticamente piace al Cavaliere stesso. Quell'atteggiamento che Berlusconi tira fuori quando e' in ambiente internazionale e che ritiene essere in grado di attirargli le simpatie di quell'insieme di vecchi volponi che praticano da tempo i palcoscenici della politica internazionale. All'inizio furono le corna, poi segui un qualche forma di interazione con la Merkel, poi continuo' con l'abbronzatura di Obama e lest but not last eccoci allinaugurazione definitiva di quello che Berlusconi potrebbe battezzare come "BUNGA BUNGA DIPLOMAT WAY" utilizzato per la visita di Gheddafi a Roma. Spazzata via l'etichetta e la prassi prevista dal cerimoniale di Stato, ecco Berlusconi prodursi, lo scorso agosto, nell'applicazione del nuovo modello di cerimoniale previsto per i capi di Stato di paesi Esteri. Il nuovo protocollo cerimoniale e' incentrato sul Bacio dell'anello del Rais che consentira' a Gheddafi di prenderci per il culo finche' le forze lo sosterranno in vita. Poi succede che imprevedibilmente il Nord dell'Africa - senza che gli acuti osservatori della geopolitica mondiale se n'e avvedano - esplode e caccia via il sovrano oppressore. Succede tutto a due passi da casa nostra, ma a noi frega poco o nulla, troppo presi a parlare del BUNGA BUNGA. Mentre mezza Africa si scanna ed inizia il flusso spaventoso di gente che giustamente fugge da quei teatri - imboccando l'uscita di emergenza che li porta dritti dritti sulle nostre coste - in cui la storia sta scrivendo pagine drammatiche, per orientarsi verso l'Europa, l'Italia chiede aiuto all'Europa, come se in altre occasioni analoghe l'Europa avesse fatto qualcosa. E mentre tutti si agitano, senza combinare un granche', esplode anche la Libia con cui eravamo diventati amici, a forza di pacche sulle spalle, anelli e amazzoni, beduini e cavalli berberi. Il modello diplomatico del BUNGA BUNGA WAY sembra non tenere e mentre le nazioni con le palle, vedendo che i propri interessi nel mediterraneo stanno andando a puttane, le tirano fuori, prendendo l'iniziativa, la diplomazia italiana non sa che pesci pigliare ed inizia un lungo periodo di interrogazione di se stesa sul da farsi. Ma Gheddafi e' un amicone, l'abbiamo detto solo pochi mesi fa. Ma come si fa a a fare marcia indietro? Scarichiamo tutto sull'ONU. Detto, fatto. L'ONU decide: tutti addosso al tiranno. La Germania dice no. La Francia gia' era pronta prima del verdetto ONU. L'Italia che avrebbe dovuto recitare la parte del leone in questo frangente, proprio perche' era partita prima degli altri, eccola li, relegata, per manifesta incapacita', a ruolo di portiere d'albergo. Daremo le basi aeree a coloro che andranno a bombardare Gheddafi. Gli USA si mettono in disparte, pur partecipando, lasciando alla Francia il ruolo di leader. Mamma mia che disastro. Quando si tratta di fare sul serio non ci siamo. Ma se dovessimo organizzare un'altra sceneggiata a Villa Pamphili chiamateci. Li non ci batte nessuno.

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