Metamorfosi della Politica: da Aquile Tricolori a Moscerini Monocromatici


Ali sempre più deboli per sostenere un pensiero sempre più debole

Eravamo aquile tricolori.
Solcavamo il cielo sicuri. Con lo sguardo che fissava l’orizzonte, scrutava in basso tra i sassi, tra i cespugli per scovare il pericolo, l’avversario e forse anche il nemico.  Eravamo uccelli sinuosi, leggiadri, eleganti, tuttavia consistenti, animati da ardore, forza, tenacia, potenza, coraggio, idee, lealtà ed onore.
Stavamo lassù, in alto, dove nessuno osa. Lassù dove c’è Dio, dove ci sono i nostri antenati, dove c’è il silenzio e dove nascono le idee.
Amavamo planare, sopra a boschi di braccia tese.
Il tempo e la storia ci trasformarono in gabbiani.
Riflessivi, pensosi, resistenti, caparbi, terreni. L’ala tricolore, memore dei nostri retaggi, della nostra appartenenza.
Della nostra dinastia italica, della nostra austera stirpe di condottieri romani. Liberi di dondolarci sul mare, di inumidirci le ali sulla sommità delle onde, intellettuali romantici alla ricerca di spazio per dispiegare appieno le nostre geometriche ali, di vertiginose ascese, di angolari virate e di futuriste sceniche cadute. ordite per lanciare il nostro grido stridulo, liberandolo in un anelito di libertà, di rabbia e di amore. Uccelli di costa, delicati predatori del mare, non aggressivi, sognatori, architetti di traiettorie maestose  ed impossibili, suggestivi pittori di scie d’aria fantastiche ed inimitabili.
Ci trasformammo in farfalle.
Leggerissime e fragili. Animate da un volo imprevedibile e breve. Sempre in cerca di sostegno e riposo. Le nostre ali, bellissime, affrescate di un tricolore brillante, fatto di colori purissimi, ma…. deboli, fatte per durare un giorno, incapaci a contrastare il più debole refolo di vento, solo poche ore di volo di ineguagliabile bellezza e poi….. l’insostenibile leggerezza della nostra anima e del nostro pensiero, ormai carta velina, vibra planando fino ad adagiarsi sulla nuda terra. Ali morenti, sufficienti ed utili per sollevare ciò che residua di un pensiero ormai sostenibilissimo, immateriale e senza peso, leggero, leggero, fatto di soli proclami, di sole aspettative, di flebili volontà, di dilazioni e di fatui inganni, fino all’evanescenza dell’essere e delle idee.
Ci trasformeremo in moscerini tricolori ed in ultimo in moscerini monocromatici. 

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