E ADESSO FINI NON SI TROVA PIU' BENE NEL PDL ???

TRAVERSARE IL MARE ..SENZA L'AIUTO DELLE STELLE
.....si finisce per perdersi........
Giornalisti e politologi vari, tempo addietro, hanno ricordato a Fini il duplice ruolo di "becchino ed ostetrico" che ha saputo, pazientemente ed ostinatamente, ritagliarsi nel corso di questi ultimi 13 anni. "Becchino" perché ha seppellito due partiti (MSI ed AN) ed "ostetrico" perché ha contribuito a farne nascere altri due (AN e PDL). In entrambi i ruoli, nessuno ha mai visto gli occhi di questo leader inumidirsi per la commozione. Il popolo post missino e di AN che un po’ passionale lo è, tredici anni fa, a Fiuggi, pianse tutto quello che c’era da piangere.
Si disperò e si lacerò internamente. Poi si asciugò gli occhi, “lasciò la casa del padre” e si disperse con poche certezze ed un modo goffo ed “antiquato” di fare politica, per le strade del mondo. Credette ad un progetto. Credette ad un simbolo ed anche ad un mondo in cui le geometrie, nella politica, potessero ancora avere un significato. Un mondo in cui la geometria nasce dalle linee di demarcazione che individuavano spazi, entro cui collocare le proprie idee ed i propri valori. Fuori da quegli spazi c’erano altre cose, altre idee, altri valori. Altrettanto rispettabili, ma altro. Non un modo di interpretare, tout court e per schemi, l’universo cangiante e multi dimensionale della politica, bensì un modo per definire delle posizioni nello spazio, dei punti di riferimento, per non smarrirsi. Il mondo accolse gli ex missini in maniera titubante, li guardò con sospetto, scrutati nei modi, nelle affermazioni, nelle dichiarazioni, nei discorsi politici, nelle espressioni. Il loro passato, la loro storia, la loro provenienza, non davano solide e sufficienti garanzie a nessuno. Era una comunità, priva di quel tratto distintivo, caratterizzante le comunità politiche più evolute. Quel tratto necessario per poter accedere ed essere collocati in un universo riservato, in cui tutti erano perfettamente adeguati, da tempo, ai moduli comportamentali ed i canoni dialettici fondamentali che animavano questo mondo esclusivo. A questo popolo, anelante, mancava ancora di essere perfettamente iscritto ed ispirato ai dettami dell’unica verità assiomatica, ipocrita quanto irrinunciabile, che da anni ispira e governa la politica: quella del politically correct. Il secondo millennio non era ancora terminato. Non si era ancora spento il secolo delle ideologie e con esso sopravvivevano, ancora, echi attenuati di quel pensiero politico che per 200 anni era stato tradotto, in accordo con i canoni della geometria euclidea che catalogava lo spazio politico nelle superfici distinte e direzionali di destra, centro e sinistra.
Il terzo millennio avrebbe sancito l’abolizione del concetto geometrico ed euclideo della politica, per riaffermare con decisione la visione eraclitea del mondo. La costante proiezione, a forte velocità, in un permanente divenire, in un presente in permanente modificazione. La velocità, come divinità post moderna e come elemento trascendente e determinante che sconvolge, mutandola repentinamente e continuamente, la nostra organizzazione societaria. Chi riesce a correre è dentro il sistema. Chi non corre e non si adegua è fuori. Alleanza Nazionale è rimasta fuori. Il prodotto della sua evoluzione non è ancora dentro.

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