UN ALTRO ANNO E' ANDATO. IL TEMPO, VERO DITTATORE DELLA NOSTRA ESISTENZA. (Riflessioni Sussurrate di Fine Anno)

Passa un'altro anno, si cresce, s'invecchia. Si cambia.
Morte e rinnovamento della nostra struttura cellulare e molecolare, scandiscono i tempi della nostra evoluzione -involuzione strutturale. Sono il ticchettio laconico di un processo infinito di trasformazione che ci vede, nostro malgrado, protagonisti. La nostra usanza di misurare il tempo, per secondi, per giorni, per anni, rappresenta un metodo macroscopico, quanto rozzo, di bloccare il fluire del tempo, tentandone una catalogazione o un contenimento transitorio. Ma il tempo e' un torrente in piena, un fiume tumultuoso ed inarrestabile. Ci accorgiamo che le nostre sembianze, il nostro apparire esterno cambiano con gli anni. Ci accorgiamo, un giorno, di essere cambiati. Trasformazioni evidenti che registriamo nelle transizioni da bambini a ragazzi, da qui a diventare adulti e poi, gradatamente, nello scendere la china della trasformazione, verso un progressivo invecchiamento.  Queste trasformazioni che registriamo di colpo, come eventi macroscopici, non rappresentano altro che la sommazione di processi infinitesimali che avvengono in continuum nel nostro corpo.  Processi molecolari di mutazione che in ogni momento, disarticolano e riarrangiano la nostra struttura, il nostro assetto materiale. Se per guardare noi stessi dall'esterno, potessimo dotarci, al posto degli occhi,  di potenti microscopi elettronici ad alta risoluzione, non vedremmo i nostri lineamenti, il nostro colore dei capelli, bensì ci troveremmo di fronte ad un complesso intreccio reticolare di molecole, tenute insieme da legami ed interazioni chimiche che ci farebbero perdere, di colpo, qualsiasi tipo di fascino, umano o divino. Guardare quel complesso intreccio, ci farebbe capire come la nostra struttura sia in permanente modificazione e riarrangiamento. Potremmo vedere come le modificazioni della nostra architettura materiale, non rappresentino dei fatti episodici che si realizzano di tanto in tanto, bensì microeventi che modificano impercettibilmente, ma in continuum il nostro assetto strutturale. La materia stessa di cui siamo fatti, non e' sempre la stessa, ma cambia con ciclicità', ciò' rende conto di come, in realtà',  "non siamo" sempre gli stessi, ma ri-edizioni di una copia originale che all'atto della sua riformulazione, di volta in volta, accumula piccoli difetti di replicazione che ne cambiano l'imprinting originale, trasformandola, in continuum, nel corso del tempo. 
Il tempo, pertanto, da profondità' e prospettiva all'essere e consente il dispiegarsi della realtà' esistenziale di ognuno di noi, determinando il progressivo mutare e trasformarsi della materia di cui siamo fatti. Se non ci fosse il tempo non ci sarebbe il film della nostra vita, ma solo una fotografia immortalante l'attimo. Se non ci fosse il tempo, non ci sarebbe ne inizio, ne fine.
Oppure, forse piu' "semplicemente", se non ci fosse il tempo, vivremmo in una dimensione immateriale, decontestualizzati dal nostro fardello fisico, saremmo forse invisibili, dotati solo di quella forza energetica, tutta spirituale e libera che a molti di noi piace chiamare "anima".

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