I PROGRESSISTI ITALIANI ESPRESSIONE DEL PEGGIOR CONSERVATORISMO
SE IL PARTITO DEMOCRATICO AVESSE AVUTO LA CAPACITÀ DI SCROLLARSI DI DOSSO LA LONGA MANUS DEI SUOI RETAGGI E DELLA SUA COMMISTIONE CON I GANGLI PIÙ POTENTI DELL'ARCHITETTURA ANCESTRALE DELLA NOSTRA DEMOCRAZIA, DANDO ORIGINE AD UNA REALE MANOVRA DI RINNOVAMENTO, AVREBBE FATTO BINGO. PURTROPPO NON ACCADRÀ NULLA DI TUTTO CIÒ. DIFFICILE FAR PREVALERE IL NUOVO, QUANDO IL VECCHIO È IN BUONA SALUTE ED È CAPARBIAMENTE LI A NON VOLER CEDERE IL PASSO
di Massimo Scorretti
Se oggi si osservano i comportamenti dei Progressisti Italiani (vedi il PD di Bersani e Renzi, il Sel di Vendola ed i vari rimasugli di partiti e partitini di sinistra) si capisce bene che non vi sia alcuna traccia di Progressismo reale, bensì emergono con chiara evidenza atteggiamenti e paradigmi cari al più retrivo e chiuso conservatorismo di maniera. Quanto sta accadendo in questi giorni ed in tempo reale oggi pone l'accento ed evidenzia la solidissima radice conservatrice che anima il comportamento del Partito democratico in primis.
L'Operazione Primarie è di fatto, da un lato un capolavoro di Marketing & Comunicazione (un plauso a chi l'ha inventata) dall'altra l'applicazione di uno schema consolidato che è quello del "richiamo alle armi", fatto - utilizzando l'apparente democrazia delle primarie - per preparare le truppe allo "scontro". Ciò, ovviamente, sotto la regia attenta degli apparati ultra conservatori del PD.
Che Bersani rappresenti l'apologia mascherata di un comunismo, vieppiù annacquato, i cui residui visibili esitano nella conservazione è del tutto evidente, scrutando chi (persone e poteri) è dietro le sue mosse e la sua navigazione verso la conquista del potere.
Il PD, all'indomani della debaclè berlusconiana e del centro destra italiano, non poteva lasciarsi sfuggire la ghiotta ed irripetibile occasione che si presentava. Soprattutto memore delle infinite batoste elettorali, patite nel corso del quasi "ventennio" di potere berlusconiano.
Se il PD avesse avuto la capacità di scrollarsi di dosso la longa manus dei suoi retaggi e della sua commistione con i gangli più potenti dell'architettura ancestrale della nostra democrazia, dando origine ad una reale manovra di rinnovamento avrebbe fatto BINGO. Da un lato avrebbe preso di sicuro il potere (il momento storico è favorevole), avrebbe rinnovato quasi per intero una classe dirigente (guidata da lontano dai vecchi apparati), si sarebbe tolta di mezzo quei "Bronzi di Riace" tanto "attraenti", ma tanto ingombranti e pesanti, utili solo, oramai, ad abbellire i musei della storia del partito comunista italiano.
Nulla di tutto ciò. Difficile far prevalere il nuovo, quando il vecchio è in buona salute ed è caparbiamente li a non voler cedere il passo.
Come dice Crozza (ormai i comici si citano ad ogni piè sospinto) Bersani si sente un giovanotto.
Il Conservatorismo dei Progressisti Italiani va oltre i paradigmi con cui Prezzolini affrescava i tratti distintivi del Conservatore tipo. E' un conservatorismo rigoroso, inossidabile, stantio, in cui prevale una commistione di odori inquietanti, muffa e naftalina, retaggi di un ambiente chiuso, ormai fuori dalla storia e da questo nostro tempo.
Renzi poteva aprire finalmente la finestra e far entrare Aria Nuova.
Allontanare i miasmi residui di un comunismo italiano, solo estetico e non di sostanza.
Ma le finestre della sinistra Italiana, non si aprono, sono rimaste chiuse al tempo del "Migliore" e della dicotomia fascismo-antifascismo.
L'Italia così non avanza, ma retrocede.
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