MANUALE DI SOPRAVVIVENZA POLITICA ALL'ALBA DELLA TERZA REPUBBLICA


di Massimo Scorretti
Il rebus per molti italiani, avvicinandosi le elezioni, è quello di come fare ad orientarsi nel deserto del panorama politico attuale. 
Ci troviamo di fronte ad un deserto di idee, un deserto di uomini, un deserto di comunità politiche e di identità, non ultimo, un deserto di proposte e di programmi che racchiudano in se un minimo di credibilità.
Sfido oggi qualsiasi persona, qualsiasi cittadino italiano in grado di poter esercitare il diritto di voto, ad avere una qualche forma di idea strutturata e coerente, o comunque ben orientata, verso un determinato orizzonte politico. Se si fa eccezione per i tre milioni di elettori di centro sinistra che si sono "precipitati" a dar corpo e rappresentazione mediatica al duello Renzi - Bersani e ammennicoli vari, sugli altri fronti si repertano disorientamento, confusione, rabbia e sfinimento da parte degli elettori, mentre sul fronte degli "eletti" solo delirio, misto a paura, di perdere tutto in un colpo solo. 
Un panorama mesto che potrebbe tenere lontani forse il 50% degli elettori dalle urne delle prossime consultazioni elettorali.
C'e' da dire, tuttavia che la vittoria di Bersani ha contribuito, in una qualche misura, ad evidenziare un path, un sentiero sbiadito verso cui orientarsi. Un evento significativo che potrebbe far scaturire da un'azione, una "reazione" secondo il consolidato modello della dicotomia destra-sinistra. In parole più chiare, all'azione di conservazione della sinistra che fa riemergere Bersani Candidato Premier - cioè il "vecchio" che rimane a galla - potrebbe corrispondere una "reazione" di conservazione, della parte opposta a Bersani e cioè il centro destra. Questa rudimentale verità che inizia a connotarsi, rappresenta il prodromo di una diafana realtà che ogni ora di più tende ad acquisire contorni meno sfumati e più netti. L'anticamera di un incubo dal quale fatichiamo a sbarazzarci, rappresentata dalla conservazione del vecchio sistema, bestiale, famelico, onnivoro che non vuol soccombere ed appare animato da una forza inestinguibile.
Poniamoci la domanda: perché a Bersani si potrebbe rispondere - con tutta probabilità - con un interlocutore dello stesso genere, specie, famiglia e della stessa "era" ? Un dinosauro della vecchia nomenclatura dell'area del centro destra, sia esso Berlusconi o qualcuno di assimilabile ? Oppure potrebbe trattarsi di Monti o di un suo alter ego ?
Di fatto Bersani, con la sua presenza, fuori contesto storico, ha condizionato lo sviluppo di uno scenario futuro che avrebbe potuto assumere altri contorni se solo - nel PD - ci fosse stata la lungimiranza ed il coraggio di imboccare la strada della rivoluzione culturale e generazionale. Così, purtroppo, non è stato ed ha prevalso la pulsione conservatrice tipica della sinistra - più che della destra - di conservare il vecchio e retrivo retaggio di uno stile, di un linguaggio e di un paradigma della politica, ormai consunto, lacero ed inattuale. Se Matteo Renzi avesse vinto, forse quel mondo di incartapecoriti dinosauri si sarebbe mano a mano sgretolato facendo emergere un processo, di certo tardivo, di iniziale rinnovamento della politica e della società italiana. 
Lo scenario che ci si presenta, invece, non lascia intravedere nulla di tutto ciò.
Come orientarsi, dunque, in quello che ci appare un deserto, dove non si repertano punti di riferimento, dove non si intravedono oasi, ove intrattenersi, anche momentaneamente ?
Un deserto monocromatico, in cui solo le ombre appaiono e si confondono tra gli echi lontani di momenti in cui in tanti abbiamo creduto, ma in cui, adesso, nessuno si riconosce più.

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