CAMPI SICURI PER I ROM E PER I CITTADINI ITALIANI : ECCO LA RICETTA
Qui non si tratta di avercela con la popolazione di etnia rom, non si tratta di essere razzisti, intolleranti o volersi fare giustizia da soli, magari con gesti violenti. Si tratta, invece, di recuperare un razionale rapporto con questo argomento che da sempre e' monopolizzato da visioni ideologiche che lungi dal risolvere il problema, ne hanno fatto un terreno di dibattito demarcato da una linea in cui si confronta la cosiddetta politica della tolleranza, versus la politica dell'intolleranza e spesso del razzismo. Il punto pero', tuttavia, non e' questo. Come al solito la destra, in generale si e' fatta trascinare, all'interno di questa dicotomia manichea, dal buonismo di facciata della sinistra. Ma qui non c'entra nulla essere buoni o cattivi, qui si tratta di far fronte ad un problema annoso che verte su un fatto apparentemente semplice e cioè' quello di consentire alle popolazioni Nomadi o Rom che dir si voglia di vivere secondo usi e costumi totalmente anarchici, avulsi da regole, leggi cje normanno il vivere civile all'interno di qualsiasi comunità' organizzata.
Prendiamo il problema nomadi a verso. Le persone appartenenti a queste comunità' hanno come elemento caratterizzante il fatto di muoversi in maniera migratoria da regione a regione e quindi anche da Stato a Stato. Vivono in una condizione di perenne migrazione, non riconoscendo elementi di appartenenza, di identità' con luoghi ed aree territoriali che per quasi la totalità' di noi altri hanno una ben definita' entità' valoriale. Quindi in ossequio a questo istinto migratorio i nomadi si spostano in continuazione a bordo delle loro eleganti vetture, dei principeschi Caravan, roulotte ecc. ecc. Vanno dove li porta l'istinto o la pianificazione strategica, necessaria a porre in essere i loro obiettivi preminenti. Si fermano dove trovano uno spiazzo, un largo, un piazzale adeguato. Li iniziano il loro bivacco che si caratterizza attraverso la produzione di un immensa montagna di sudiciume e lo sconvolgimento ed il sovvertimento delle caratteristiche ambientali e sociali dell'area invasa.
La mia proposta per affrontare il problema Rom e' semplicissima. I comuni delle diverse aree note per essere mete preferite dei Rom, edificano in quelle zone degli immensi piazzali, attrezzati di tutti i servizi necessari al soggiorno di strutture itineranti come caravan, rullate e tende ecc. ecc. Quindi piazzole con punti luce, acqua, fognature (scarichi delle rulotte in fogna), anche punto telefono e gas e ampi cassonetti per il deposito dei rifiuti solidi.
Si rende obbligatorio, per coloro che si fermano ed accedono al campo l'attivazione delle utenze di sosta (non tutte magari ma solo quelle fondamentali quali luce, acqua e fogne) ed il pagamento giornaliero di una tariffa che sarà' ovviamente minore se più' e' lungo il periodo di permanenza. L'area sarà' sorvegliata da telecamere - come avviene dappertutto ormai - e dalle forze di polizia che pattuglieranno come dovunque. In più' sarà' vigente un regolamento del villaggio a cui tutti dovranno adeguarsi. Chi viola le regole e' sanzionato fino all'espulsione.
Tale impostazione verrebbe incontro alle esigenze dello stile di vita dei ROM, non gratuitamente, non generando casino e aree incontrollate e pericolose sotto il profilo della sicurezza e dell'igiene. Lo Stato non ci rimetterebbe un euro e gli introiti incamerati servirebbero per la costruzione e la manutenzione ottimale dei campi. Una frazione delle entrate sarebbe girata al comune ove il campo nomadi sarebbe collocato. Semplice e lineare.
Invece si continua sul fronte del caos, della gratuita', della perdita di risorse dei cittadini, della mancanza di sicurezza e della continua polemica fra frazioni stupidamente contrapposte su problemi creati dalla consueta demagogia di parte.
I ROM se vogliono vivere a modo loro, paghino e si uniformino a regole e leggi nostrane, altrimenti gambe in spalla e pedalare.
Massimo Scorretti
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