NUOVE IDEE PER LA POLITICA. DE-COSTRUIRE PER RITROVARE SEMPLICITA' E CREATIVITA'
Si dice che la politica soffra di mancanza di idee. Quasi che
tutti siano divenuti incapaci di produrre pensiero articolato che non sia quello binario digitale dei computer. Occorre il pensiero di Cartesio, di Hume, di Platone, uno spunto di umanita' creativa che rianimi il profetizzato nichilismo nietzschiano che sembrerebbe realmente avvolgerci da anni.
La vita moderna, i suoi atti, i suoi riti, le sue sollecitazioni, le sue reazioni, le sue dinamiche complessive, hanno luogo in istanti, in frazioni di tempo. Spesso nel breve volgere di attimi riusciamo ad intuire, analizzare, decidere, reagire e prevedere la reazione e controazione in risposta ad uno stimolo o ad una sollecitazione. Tutto cio' in un universo in cui l'ipervelocita e' la costante su cui tutto si basa e soprattutto in cui sembrano basarsi le reazioni umane. Diamo luogo ad un compulsivo ed esplosivo realizzarsi di fatti, di scenari, di situazioni che spesso, nella loro coda evolutiva finiscono per dissolversi nel nulla, lasciandoci con una debole impronta nella memoria. Per far nascere il pensiero strutturato, le idee, occorre "il tempo". Il tempo necessario al realizzarsi della parabola cognitiva, nella sua articolata ed umana complessita'. Il tempo che concretizza, all'interno di se, rapprendendosi intorno a loro, i concetti, i cardini del ragionamento strutturato, sia esso analitico, sia esso immaginifico, onirico o qualsivoglia altra forma, figlia dell'intelligenza di cui l'uomo e la donna sono dotati. Il tempo lascia stratificare i residui fondamentali della nostra ideazione, li fa sedimentare e fa si che la materia concreta che rimane, figlia del nostro pensiero, si posa adoperare per costruire qualcosa. Il sedimento dei nostri processi ideativi e' materia solida che va distinta dal liquido da cui sedimenta e cioe' dalla realta' in cui viviamo che ci sfugge dalle mani perche' troppo velocemente si dispiega. Per questo non ci ritroviamo mai nulla nelle mani. Nulla rimane impigliato in esse, se si vive immersi completamente, nel mondo iper veloce della nostra quotidianita'. La realta' ci bagna le mani, ma non ci lascia sedimento e materia per costruire. Le idee ci sfuggono tra le mani come acqua che scivolando tra le dita cade a terra e si riassorbe. Dobbiamo decelerare, riportare la mente a velocita' piu' normali. Abbiamo bisogno di semplificazione, non in termini concettuali, bensì in termini metodologici. Siamo divenuti una societa' talmente complessa ed articolata che possiamo affidarci ai contenuti di idee semplici, depurando la complessita' da orpelli e sovrastrutture. In due parole dobbiamo De-costruire le sovrastrutture del nostro mondo, sul modello del filosofo Deridda, per ritrovare la semplicita' e da qui la creativita' che ci necessitano per pensare piu' adeguati modelli di societa' da costruire attraverso i paradigmi della politica.
Massimo Scorretti
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