IL PANCIAFICHISMO ITALIANO : UN PAESE DI "INTELLETTUALI E SCIENZIATI" CHE DETESTANO IL BADILE

La neve di questi giorni oltre ad aver fatto gioire taluni, preoccupare e terrorizzare altri, infuriare altri ancora e far uscire di senno, con dichiarazioni insensate e polemiche non necessarie, altri ancora, ci ha svelato, quasi che ce ne fosse stato bisogno, il carattere, le attitudini, il profilo - ormai geneticamente mutato - delle italiche genti.
Inerzia, contemplazione stupita ed interrogativa, stasi d'iniziativa, rifuggire i problemi e rimandarli ad altri ed in ultimo, delega assoluta dei lavori manuali, in occasione dell'emergenza neve. Partiamo da quest'ultima considerazione. Chi vi ha prestato attenzione, avra' certamente notato che i primi a dotarsi di badili e di olio di gomito, per spalare la neve, sono stati i rumeni. Poi ho notato polacchi, kossovari, ucraini, ma pochissimi italiani hanno inforcato la pala e si sono messi a disposizione. Chi lo ha fatto si e' limitato a togliere la neve intorno alla propria auto, senza avere cura di vedere dove gettava la neve rimossa. Quella della recente nevicata e' stata l'ulteriore riprova del nostro carattere nazionale che da tempo ormai sta subendo una deriva ulteriormente sedentaria e panciafichista. Questo atteggiamento inerziale, caratterizzato da stupor e contemplazione statica, ci impedisce anche di gioire a fondo di un evento raro come una grande nevicata. Ho osservato come i molti rumeni, sparsi in ogni dove nelle nostre citta' e nei paesi, hanno reagito in maniera dinamica, sia nella forma operosa di risolvere i problemi logistici, creati dalla neve, ma anche per cio' che riguarda l'aspetto ludico, essendo tra i primi ad inforcare "slitte" casarecce, ricavate da buste di plastica, per gettarsi in maniera disinibita e infantile giu' per discese e ripe, schiamazzando divertiti e giocosi. Gli italiani sembrano imbambolati, statici, rincoglioniti, come quei pugili suonati che hanno collezionato nella loro carriera un carico insormontabile di cazzotti.
I rumeni, invece, dimostrano il carattere intraprendente che avevano gli italiani, cinquant'anni fa, quando avevano "fame" e tentavano la scalata sociale. Sono attivi, svegli, reattivi alle difficolta', furbi e pronti ad approfittare di tutti gli "spazi" e delle opportunita' che gli si presentano davanti (spazi lasciati liberi da italiani indolenti ed assonnati).
Ma quanti italiani, oggi, sono nelle stesse condizioni dei rumeni immigrati, se non addirittura peggio ?
Sono molti gli italiani disoccupati, gli inoccupati, i precari, i sottopagati, ma molti di questi non si rendono disponibili per fare lavori manuali, ritenuti faticosi o umili. In questo modo aprono varchi, lasciano spazi che vengono occupati dagli immigrati volenterosi e pronti ad ogni tipo di sacrificio, pur di crescere e di percorrere la scala sociale. In questo modo loro avanzano e gli italiani arretrano, in attesa di un lavoro poltronaio, statico, "culturalmente' e "socialmente" piu' appagante che tardera' ad arrivare e forse non arrivera' mai.
Tra qualche anno andremo noi a rassettare il giardino di commercianti ed imprenditori rumeni che avranno acquistato la villa nelle aree residenziali di pregio. Andremo noi a "badare" ai loro anziani.
Sara' forse colpa del troppo benessere di questi decenni ? Ci siamo disabituati alle difficolta'? Siamo diventati un popolo di scrivani, impoltroniti e statici, nelle movenze e nel ragionamento ? Credo che qualcosa di molto simile, a quanto interrogativamente abbiamo detto sopra, sia accaduto nel corso degli ultimi trent'anni. Se non tutti, una buona maggioranza di italiani e' andata e sta andando incontro a questa deriva inerziale, dovuta ad una sorta di "tranquillita' raggiunta". In molti hanno case, belle o discrete automobili, schermi piatti, telefonini e vacanze al mare ed in montagna. I redditi degli italiani, in parte conosciuti ed in parte no, gli consentono di fare, almeno sIno ad oggi, una vita oltreche' dignitosa. Le pensioni dei nonni e quelle dei padri, i risparmi di una vita, ancora coprono il superfluo, dal quale non vogliamo e non possiamo sbarazzarci. Ma il vivere sopra le righe, per decenni, ha portato il sistema Italia al collasso. Ed ora, come si dice in gergo, sono "cavoli amari". Occorrera' tornare al badile e alla terra. D'altronde di terra incolta in Italia ce n'e tanta, molto di piu' di quanta ce ne sia negli USA o nella Repubblica Ceca (non ce n'e). La terra da molto lavoro e da anche da mangiare. PREPARIAMOCI a tornare alle cose semplici, alla terra, ai lavori manuali, ai mestieri, all'artigianato. 

Lasciamo l'idea della poltrona, fisica e mentale, per tornare ad essere reattivi ed intraprendenti.


MASSIMO SCORRETTI

Commenti

Post popolari in questo blog

LA SMOLECOLARIZZAZIONE DELLA POLITICA ITALIANA

NUOVE IDEE PER LA POLITICA. DE-COSTRUIRE PER RITROVARE SEMPLICITA' E CREATIVITA'

LA CADUTA DI BERLUSCONI E LA POLITICA. ATTENZIONE A NON FARE UN PASSO INDIETRO INVECE CHE UN "PASSO IN AVANTI"