LA NEVE ED IL RITORNO DELLO SPIRITO COMUNITARIO
Verrà ricordata da tutti come la grande nevicata del 2012. Quella che bloccò Roma e che paralizzò i paesi del Lazio per giorni, lasciandoli senza luce, acqua, telefoni e senza servizi pubblici. Paralizzò la viabilità e le strade. A fronte di tutti questi disagi, però, c’è stato altro. Si è rivitalizzato lo spirito di comunità, si sono rianimate le pulsioni umane tra persone. Si è riaccesa la solidarietà, la necessità e la spinta alla mutualità, al reciproco sostegno. Le persone sono tornate in strada, a piedi, hanno lasciato (gioco forza) le auto dove le aveva inchiodate la neve ed il ghiaccio, si sono recate, incontrandosi nei pochi bar aperti e nei rarissimi punti vendita di alimentari presi d’assalto dal timore ancestrale ed irrazionale di rimanere senza cibo. Nei piccoli centri, come quello in cui vive il sottoscritto, in cui quasi tutti conoscono tutti, si è tornati a quella che il sociologo tedesco Tonnies chiamava lo spirito delle comunità, dove prevalgono i rapporti tra conoscenti, amici, le spinte solidaristiche, soppiantando, per un momento, ciò che il medesimo sociologo, definiva i rapporti contrattualizzati e formali, esistenti all’interno delle moderne società.
Ne avevamo bisogno e ci vorrebbe una nevicata al mese per riaccendere quella fiammella che rende gli uomini più vicini tra loro, meno aggressivi e più solidali.
La natura ci riporta alla nostra dimensione essenziale, togliendo di colpo le sovrastrutture di cui nessuno di noi dovrebbe avere alcun tipo di bisogno.
MASSIMO SCORRETTI
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