CONVENTION FLI A MIRABELLO : A MIRABELLO SI SCHIATTAVA DAL CALDO, MA FINI HA "RAFFREDDATO" TUTTI
A Mirabello si schiattava dal caldo e dalla noia. Un binomio insopportabile. Per sfuggire al caldo, ci siamo rifugiati dapprima in macchina, affidandoci alla modernita' dell'impianto di condizionamento, quindi alle verdi fronde, di alcuni alberi secolari, posti sull'altro lato del piazzale agreste che ospitava la manifestazione. Non vi era modo di sfuggire alla noia, ai luoghi comuni ed alle liturgie celebrative di un partito che dovrebbe fare della loro abolizione un punto di forza e di rinnovamento ineludibile, quindi, in attesa di Fini e delle sue parole rivelatrici, ci siamo consunti e macerati in una sorta di lenta ed asfittica agonia, cadenzata dall'afa e dall'umidita' mortale, di quell'appendice di Padania che ricorderemo, piu' che per gli aforismi leghisti, per le sue asperita' ambientali. Tutti ad aspettare Il Presidente ed il suo Verbo. Un popolo in attesa di indicazioni, di un progetto, di un piano strategico da attuare. Un movimento stanco di non "muoversi". Un movimento che vorrebbe saltare, fare le capriole, contorcersi, espandersi in una dinamica esagitata e senza fine, ma che purtroppo e' costretto all'immobilità, alla stasi, alla paralisi, all'acinesia. Quante energie sprecate. Quanto potenziale dinamismo, bloccato "nei muscoli" di questi militanti che vedono il FLI come una verde prateria dove poter dispiegare le proprie energie vitali, ma che poi debbono, gioco forza, astenersi dalle loro performance dinamico-espressive. Fini e' transitato su MIRABELLO come la cometa di halley. Passando veloce e a bassa quota, in tutto il suo splendore e la sua inossidabile abbronzatura, non riuscendo, tuttavia, a rischiarare ed illuminare i pensieri degli astanti FLIellini consunti ed obnubilati dall'afa della Bassa. Tutti si aspettavano di ascoltare dal Presidente le coordinate operative di un minuzioso piano strategico, in cui, piu' o meno, si sarebbero dovuti ritrovare i seguenti punti : 1) mi rimetto a capo del partito - togliendo il potere a Bocchino - 2) da domani ricomincio a fare politica in tutta Italia ed in prima persona, magari dimettendomi da Presidente della Camera; 3) queste sono le linee guida, su cui muoverci nel prossimo anno 4) queste sono le linee su cui far evolvere e strutturare il partito per il futuro. Insomma uno spartito dal quale far permeare una musica dolce che tutti avrebbero gradito ascoltare. Invece, come al solito, Fini ha suonato senza spartito. Improvvisando una sinfonia, con assoli che spesso hanno sorpreso ed irritato molti di coloro che erano li ad ascoltare e che non hanno brillato per innovazione stilistica e capacita' creativa. Una musica gia' sentita, in cui la partitura e' stata realizzata attraverso un "copia e incolla" preso da altre precedenti partiture, utilizzate dal Presidente. Le solite battute su Governo e Berlusconi, sul Terzo Polo, sull'Italia che non va, ma che ha grandi potenziali. Coloro che si aspettavano di vedere un Fini in jeans, scalpitante e pronto a tornare - da politico di razza qual'e' - nelle piazze geografiche e mediatiche italiane, si e' dovuto accontentare dell'affermazione che il Presidente dedichera' un po' di tempo in piu' alla politica. Ovviamente il tempo che gli restera' a disposizione dopo aver adempito ai suoi compiti istituzionali di Presidente della Camera (incarico dal quale non si dimettera'). Se qualcuno si aspettava di ascoltare questioni attinenti il partito, la sua forma, la sua evoluzione e proiezione territoriale (includente aspetti organizzativi), si e' dovuto accontentare del fatto che Fini ha parlato del FLI come Movimento e non come Partito, corredato dai robusti e ridondanti organigrammi. Un movimento che mira ad attrarre l'ipotetico consenso di una massa diffusa di centro destra che c'e in Italia, nel suo aspetto occulto, non strutturato, non organizzato, o ordinato in assetti di partito, condizionati da vertici e riferimenti locali. Un appello alla forza grezza e movimentista, insita naturalmente nella massa pulsante e generica che non nei gangli e negli aggregati strutturati e condizionati di in partito. Bella fregatura. Un appello alla mobilitazione che coinvolge tutti, ma che, in fondo in fondo, non si riferisce a nessuno in particolare. Un modo originale per andare oltre le nomenclature di partito che hanno rappresentato per Fini, sia la legittimazione e la crescita, ma anche mille problemi da tenere a bada, a seguito della litigiosita' e al conflitto dei suoi protagonisti attivi, sia di oggi che di ieri. I piu' desiderosi di muoversi, di attivarsi e di potersi affidare al ritrovato dinamismo di un Fini Gladiatore, ci sono rimasti con un palmo di naso e con una camicia intrisa di sudore, al sentire gli argomenti del discorso di Fini, mentre coloro che si adeguano, in tutto e per tutto, a quello che dice il Presidente, in tutti i consessi ed in tutte le occasioni, hanno superato con una scrollata di spalle anche questa lunga ed assolata due giorni di MIRABELLO, pronti per assistere alla prossima riunione di partito.
A me sarebbe bastato ascoltare che Fini dicesse "Signori, tutti sapete come e' fatto e come si comporta oggi un partito tradizionale. Bene, noi stiamo costruendo un soggetto (partito o movimento) che sara' l'esatto opposto di un partito tradizionale. Cambieremo comportamenti, linguaggio, stile, contenuti, modelli di comunicazione e in poche parole daremo corso davvero a cio' che andremo predicando. La finiremo di prendere per il culo gli Italiani. Non useremo la parola MERITO solo per slogan". A me sarebbe bastato questo. Ma per tutto cio' occorre ancora attendere. Non sono maturi i tempi. Il Presidente ha preso l'abitudine di volare alto, dimenticandosi, di tanto in tanto, di scendere a terra.
Massimo Scorretti
A me sarebbe bastato ascoltare che Fini dicesse "Signori, tutti sapete come e' fatto e come si comporta oggi un partito tradizionale. Bene, noi stiamo costruendo un soggetto (partito o movimento) che sara' l'esatto opposto di un partito tradizionale. Cambieremo comportamenti, linguaggio, stile, contenuti, modelli di comunicazione e in poche parole daremo corso davvero a cio' che andremo predicando. La finiremo di prendere per il culo gli Italiani. Non useremo la parola MERITO solo per slogan". A me sarebbe bastato questo. Ma per tutto cio' occorre ancora attendere. Non sono maturi i tempi. Il Presidente ha preso l'abitudine di volare alto, dimenticandosi, di tanto in tanto, di scendere a terra.
Massimo Scorretti
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