LE TASCHE VUOTE DEGLI ITALIANI


Sono mesi che questo governo, spesso tramite la voce del suo Premier, prova a rassicurare gli italiani sul fatto che non aumentera' le tasse. Lo ha fatto tramite il surrealismo dell'espressione "questo governo non ha messo e non mettera' le mani nelle tasche degli italiani". Splendida metafora per farci conoscere una sostanziale, quanto patetica, fandonia.
Si tratta, in effetti, di una soverchia bugia che oltre ad essere la brutta espressione di una cosa non vera, rappresenta un'autentica presa per il culo, per tutti quei cittadini che hanno visto il loro portafoglio - per molti gia' cronicamente vuoto - ulteriormente svuotarsi, a causa di un progressivo e costante aumento della tassazione indiretta, messa in campo, come reazione di altri enti pubblici, alle misure di politica economica realizzate dall'attuale governo.
Parliamo degli Enti locali, come Comuni e Provincie, principali protagonisti, in negativo, dei tagli operati da Tremonti e dal governo, sui trasferimenti di fondi per sostenere una buona parte dei servizi erogati, soprattutto dai Comuni.
Va detto che proprio questi enti, nel corso degli ultimi 10 anni, sono stati costantemente oggetto di misure restrittive, da parte dei vari Ministri dell'Economia, nel tentativo quasi mai riuscito di controllare la spesa pubblica. Gia' di per se, con l'introduzione del Patto di Stabilita', a cui sono stati obbligati i comuni, attraverso una serie di misure fortemente coercitive, si era determinato una sorta di immobilismo economico delle politiche economiche dei Comuni che avevano dovuto contrarre la spesa, corrente e di investimento, a causa del fatto che lo sforamento del patto di stabilita' avrebbe provocato l'innesco di sanzioni - da parte del Ministero dell'economia - ancor piu' restrittive per il comune. Inoltre, nel corso degli ultimi anni, la Ragioneria Centrale dello Stato, ha sottoposto i bilanci del comune ad un controllo in tempo reale, per via informatica, imponendo ai conti comunali di non andare oltre i limiti di alcuni indicatori previsionali che se superati, avrebbero provocato una reazione sanzionatoria, da parte dell'ente di controllo centrale.
Quindi, le casse dei comuni, gia' prima dell'avvento delle ultime manovre economiche del governo, erano state ampiamente controllate e bloccate dalla tenaglia centrale e cio' si era tradotto in misure di incremento - da parte dei comuni - della tassazione locale (vedi addizionale IRPEF comunale portata immediatamente ai piu' alti livelli).
Con le recenti manovre economiche, varate da questo governo, nel corso degli ultimi mesi, la stretta economica sui Comuni e' diventata esiziale e portera' i comuni stessi ad aumentare ancor di piu' tasse e imposte locali gia' in vigore e ad inventare ulteriori strategie di prelievo dalle tasche dei cittadini. Ovvio che parallelamente a cercare nuove risorse, i comuni provvederanno ad aumentare i costi dei servizi o, in via alternativa, a sopprimere o ridurre al lumicino, sia la tipologia che la qualita' dei servizi erogati. Parliamo dei trasporti interni e scolastici, della refezione scolastica, degli asili nido, dell'assistenza dei minori disagiati, dell'assistenza sociale in generale, dei rifiuti, delle opere di manutenzione e cosi via. In poche parole un vero disastro che ha provocato e provochera' delle forti ripercussioni in negativo per quelle famose "tasche degli italiani" gia' abbondantemente e laconicamente vuote.
Altro che "non abbiamo aumentato le tasse". Si tratta di una vera e propria debacle che si tradurra' in un forte impoverimento di tutte le classi sociali (non certo di quelle con oltre 100 mila euro l'anno di reddito).
Non si tratta dell'Italia che affonda, nella genericita' dell'affermazione, bensi si tratta degli italiani onesti, che pagano le tasse che affondano, rappresi ed imprigionati in uno stato di lacunosa difficolta', prostrazione e miseria. Ed il brutto sta nel fatto che non si vede ancora la luce, fuori dal tunnel. Avremmo molto piu' apprezzato che Berlusconi si fosse presentato agli italiani dicendo "la situazione e' brutta, e' difficile fare previsioni a breve, a causa dell'imprevedibilità di questa crisi e occorre che tutti si sforzino e facciano dei sacrifici per uscire dalla crisi".
Gli italiani che sono generosi per natura, forse avrebbero capito e si sarebbero sforzati davanti a cotanta chiarezza. Invece ? Nulla di tutto cio'. Siamo ancora inchiodati ad ascoltare le tenere balle del Cavaliere, proferite con aria clownesca.
E allora diciamocelo, francamente, che fino a ieri le disavventure private del Premier, le disavventure giudiziarie e tutte le porcherie varie che affiorano e trapelano dal suo entourage, tra centinaia di migliaia di euro che passano di tasca in tasca, appartamenti miliardari acquisiti, da questo o quel politico, qua e la, alla bellemeglio, alla vita sontuosa caratterizzata dai mille privilegi, in cui vive questa gente, ci attraevano poco o nulla ed i cittadini italiani finivano per leggere ed interpretare, con ironia benevola, queste bravate, come fatti privati o di gossip.
Ma giunti a questo punto, si buon ben dire che se oggi, tra la gente, esiste un'atmosfera ostile, i discorsi sulla malapolitica imperversano e la gente si e' rotta le balle e scalpita, per mandare, tutta questa classe politica a riposo forzato, in qualche clinica per lungodegenti, come si puo' dargli torto e biasimarli ?
Massimo Scorretti

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